domenica 10 gennaio 2010

FIMO, questo sconosciuto!

E’ stato un paio di mesi fa, come per caso, in una libreria del centro di Firenze che farei forse fatica a ritrovare. Lì, sugli scaffali mezzi vuoti delle ultime offerte un gran librone pieno di colori ha attirato la mia attenzione. Sarò rimasta in piedi davanti a quello scaffale nel bel mezzo della libreria per almeno 45 minuti, sfogliando una dopo l’altra le pagine di questo manuale sulle paste modellabili. Non ne avevo mai sentito parlare prima e ne sono rimasta a dir poco affascinata. Per qualche giorno poi mi sono lasciata prendere da ben più seri pensieri e il FIMO si è proprio cancellato dalla mia mente come nome. Qualche tempo più tardi, ma questo in tutta onestà non saprei dire come sia successo, è ritornato ad incuriosirmi e da lì è partita la mia ricerca. Quanto sia durata e che canali abbia preso non è poi così rilevante quanto invece il fascino che ha avuto su di me. Ho fatto un ordine online dei primi panetti di FIMO e l’avventura ha avuto inizio!



FIMO è una delle marche più note, ma non l’unica: si tratta di una pasta sintetica polimerica modellabile termoindurente. Tutta questa pompa di paroloni significa semplicemente che è una materia plastica che si presenta alla consistenza un po’ come il pongo che tutti conosciamo. E’ particolarmente elastica e si lavora ammorbidendola con le mani. Per ottenere i migliori risultati si usano strumenti appositamente ideati, come rulli per la stesura in fogli sottili, o lame per il taglio preciso e così via. Esistono delle tecniche di realizzazione base, e seguendo quelle, aggiungendo fantasia e ingegno, i risultati possono essere notevoli! La parte più interessante, che per qualcuno potrebbe risultare persino seccante, è che il più delle volte quando intendi realizzare una qualche idea, l’esito è poi totalmente diverso; ma la sorpresa e la scoperta di trovare ogni volta soluzioni ed effetti diversi rende il gioco ancora più interessante! Una volta che si è raggiunto l’obiettivo desiderato, ovvero quando la pasta è stata modellata nella forma scelta, ad esempio la riproduzione di un oggetto, una statuina, una componente per bigiotteria e simili, il lavoro deve essere infornato e cotto a 110° per circa 30 minuti. L’effetto della cottura mantiene inalterata la forma che si è deciso di dare al FIMO (in ogni preciso dettaglio ma, ahimè, anche in ogni indesiderato imprevisto ed errore!) e conferisce resistenza e durezza. Ai colori tradizionali che tendenzialmente sono rispettati dalla cottura, si possono aggiungere poi dei complementi, come la smaltatura trasparente o la colorazione mediante polveri metallizzate.

Questo è il FIMO!

Ma la fantasia che si può utilizzare, le forme, le combinazioni di colori, gli oggetti e persino gli impieghi non potranno mai essere racchiusi in un solo intervento su un blog qualunque! Del FIMO in fondo non si può parlare. Il FIMO si può solo creare, e una volta che inizi, smettere è difficile!

A seguire posterò alcune delle creazioni che sono nate dalla scoperta di questo nuovo hobby, immagino che siano solo le prime di una lunga serie! Quelle poco sopra ad esempio sono le prime perle cilindriche che ho realizzato, le prime in assoluto, che come quelli  seguire presto diventeranno orecchini, collane e spille!


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