E’ stato un paio di mesi fa, come per caso, in una libreria del centro di Firenze che farei forse fatica a ritrovare. Lì, sugli scaffali mezzi vuoti delle ultime offerte un gran librone pieno di colori ha attirato la mia attenzione. Sarò rimasta in piedi davanti a quello scaffale nel bel mezzo della libreria per almeno 45 minuti, sfogliando una dopo l’altra le pagine di questo manuale sulle paste modellabili. Non ne avevo mai sentito parlare prima e ne sono rimasta a dir poco affascinata. Per qualche giorno poi mi sono lasciata prendere da ben più seri pensieri e il FIMO si è proprio cancellato dalla mia mente come nome. Qualche tempo più tardi, ma questo in tutta onestà non saprei dire come sia successo, è ritornato ad incuriosirmi e da lì è partita la mia ricerca. Quanto sia durata e che canali abbia preso non è poi così rilevante quanto invece il fascino che ha avuto su di me. Ho fatto un ordine online dei primi panetti di FIMO e l’avventura ha avuto inizio!
FIMO è una delle marche più note, ma non l’unica: si tratta di una pasta sintetica polimerica modellabile termoindurente. Tutta questa pompa di paroloni significa semplicemente che è una materia plastica che si presenta alla consistenza un po’ come il pongo che tutti conosciamo. E’ particolarmente elastica e si lavora ammorbidendola con le mani. Per ottenere i migliori risultati si usano strumenti appositamente ideati, come rulli per la stesura in fogli sottili, o lame per il taglio preciso e così via. Esistono delle tecniche di realizzazione base, e seguendo quelle, aggiungendo fantasia e ingegno, i risultati possono essere notevoli! La parte più interessante, che per qualcuno potrebbe risultare persino seccante, è che il più delle volte quando intendi realizzare una qualche idea, l’esito è poi totalmente diverso; ma la sorpresa e la scoperta di trovare ogni volta soluzioni ed effetti diversi rende il gioco ancora più interessante! Una volta che si è raggiunto l’obiettivo desiderato, ovvero quando la pasta è stata modellata nella forma scelta, ad esempio la riproduzione di un oggetto, una statuina, una componente per bigiotteria e simili, il lavoro deve essere infornato e cotto a 110° per circa 30 minuti. L’effetto della cottura mantiene inalterata la forma che si è deciso di dare al FIMO (in ogni preciso dettaglio ma, ahimè, anche in ogni indesiderato imprevisto ed errore!) e conferisce resistenza e durezza. Ai colori tradizionali che tendenzialmente sono rispettati dalla cottura, si possono aggiungere poi dei complementi, come la smaltatura trasparente o la colorazione mediante polveri metallizzate.
Questo è il FIMO!
Ma la fantasia che si può utilizzare, le forme, le combinazioni di colori, gli oggetti e persino gli impieghi non potranno mai essere racchiusi in un solo intervento su un blog qualunque! Del FIMO in fondo non si può parlare. Il FIMO si può solo creare, e una volta che inizi, smettere è difficile!
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